Sei veramente sicuro che i chili che ti vengono promessi sul libretto siano quelli reali?
Qualche tempo fa mi è capitato di vedere su Instagram una stories di un consigliere del PD della regione Abruzzo, un certo Antonio Blasioli. Il politico denunciava il fatto che il comune della città di Sant’Angelo aveva affidato il servizio di raccolta ad un’azienda e questa azienda aveva acquistato, attraverso un bando, dei mini-compattatori da 5 mc che avrebbero dovuto avere una portata di circa 400 Kg. Da quello che si evince dal video, questi mezzi non sono risultati rispondenti al capitolato, non avevano la portata richiesta, e quindi erano fermi in un deposito. Chiaramente, nel frattempo, l’azienda aveva dovuto provvedere ad un noleggio, per sopperire al servizio, che alla fine si è rilevato più oneroso della penale richiesta alla ditta fornitrice dei veicoli.
Purtroppo questa è una storia che sento troppo spesso. Si millantano portate stratosferiche su veicoli che già solo a chassis nudo, senza attrezzatura, farebbero fatica ad avere, poi una volta messi sulla bilancia si vede che il veicolo è già fuori portata senza ancora aver caricato nemmeno un sacchetto di plastica.
Ma la cosa che mi fa più rabbia è che noi non possiamo nemmeno dichiarare 10 chili di portata in più senza incorrere in richiami da parte della motorizzazione che viene a collaudare i mezzi. Devi sapere infatti che la motorizzazione di Rimini è particolarmente zelante, giustamente oserei dire. L’ingegnere, quando viene a fare una seduta da noi, ci pesa ogni camion, uno per uno, controlla la ripartizione dei pesi, le misure e guarda che vengano rispettate le direttive riportate sul COC (il documento che contiene tutte le misure massime consentite dello chassis). Inoltre sul libretto scrive esattamente il peso che vede sulla bilancia. Non un chilo di più.
Ma torniamo ai nostri tanto amati e odiati 35 q.li. Come detto, oggi si fa fatica a raggiungere i 300-350 kg di portata con una attrezzatura in alluminio e un allestimento base. Figurarsi montando il cestone, l’estintore, la cassetta, l’ingrassaggio automatico, le pedane, e chi più ne ha più ne metta. Come si può pensare di dichiarare 7-800 kg di portata?
Chiaramente qua non voglio fare di tutta l’erba un fascio, non voglio dire che tutti i miei competitor che danno portate stratosferiche sui veicoli stiano facendo qualcosa di illecito, ma una pesata ai mezzi (parlo chiaramente dei 35 q.li) la darei, secondo me qualche sorpresina la potresti avere.
E se il mezzo supera la prova bilancia? Una domanda me la farei lo stesso. Cosa è stato tolto per arrivare a quel peso?
Purtroppo lo spazio su questi camion è poco, pensare di mettere le stesse cose che vengono montate su un compattatore da 15-20 mc è pura fantasia. A meno che non chiediamo a Eta Beta, l’amico extraterrestre di Topolino, di prestarci il suo gonnellino dal quale riesce a tirare fuori qualsiasi cosa. Purtroppo bisogna fare delle scelte e arrivare a compromessi. O si accetta poca portata o si toglie qualcosa.
E cosa pensi si possa togliere da un veicolo, se non si vuole rinunciare a tutti gli optional che servono?
Esatto, ferro!
Infatti il peso dell’acciaio, o dell’alluminio, è sempre quello. Non è che a Riccione pesa più che a Milano, a Roma o a Caltanissetta. Le misure delle vasche sono quelle, quindi, in teorie, la quantità di materiale da usare dovrebbe essere quella. Se voglio rispettare degli standard di durata e resistenza del mezzo.
Ecco quindi che si andrà a limare sugli spessori, prima delle componenti meno importanti, poi di quelle essenziali. Ma secondo te, i nostri ingegneri mettono gli spessori a caso?
Sono anni che cercano di trovare il giusto compromesso tra tenuta dell’attrezzatura e quantità di acciaio, o alluminio, presente nella struttura. Si cerca anche la qualità di acciaio, o alluminio, migliore. Ti posso però assicurare che ad un certo punto, qualsiasi cosa tu tolga, ne risentirà la tenuta del mezzo.
Te lo posso dire per esperienza. Ci abbiamo provato. Le vasche si sono aperte come delle lattine di Coca Cola.
Si tratta quindi di una scelta. Tenuta o portata. Lo so che è frustrante, ma purtroppo non si può richiedere ad un elefante di correre in un negozio di cristalli.
Ecco quindi che il mio consiglio è di non farsi abbagliare dalle portate stratosferiche che qualcuno promette. Di controllare bene quello che viene consegnato e, soprattutto, affidarsi ad aziende serie.
Ti racconto questo aneddoto giusto per farti capire meglio. Non farò nomi chiaramente per rispetto.
Qualche anno fa ci contatta un azienda che doveva presentare un nuovo chassis elettrico. Aveva riposto la fiducia in noi per affacciarsi al mondo della raccolta dei rifiuti perché era rimasta colpita dal nostro storico. Noi chiaramente, come nostro solito, non ci tiriamo indietro e cominciamo questa collaborazione.
Dopo un paio di anni di studi, di sviluppi e di public relation per farli entrare nel nostro mondo, ci siamo accorti che si erano fatti fare un’attrezzatura minicompattatore da portare ad una fiera da un nostro concorrente.
Ora, non entro nel merito sull’eticità della faccenda perché quando si parla di business ognuno cerca di fare i propri interessi e quindi potrebbe valere tutto, o quasi. Oltretutto il nostro competitor aveva promesso loro qualche centinaio di chili in meno sull’attrezzatura.
Cento chili, potrebbero sembrare pochi, ma forse ho omesso una cosa. Stiamo parlando di un veicolo da 35 q.li. Un veicolo elettrico con due batterie da 300 chili circa. La nostra attrezzatura, con cui avevamo fatto il progetto, era un minicompattatore con vasca e pale e carrello in alluminio, per un peso di circa 1000 chili o poco meno. Il nostro concorrente aveva dichiarato un peso dell’attrezzatura di circa 6-700 chili.
Come ti dicevo all’inizio, su queste tipologie di veicoli siamo arrivati ad un ponto che, qualsiasi chilo vai a togliere, è un pericolo per la tenuta del mezzo. Gli spessori sono talmente microscopici che se si va a limare ancora un po’ si fanno i buchi. La cosa quindi ci puzzava alquanto. Ripeto, 50 chili, forse, scavando bene, si possono recuperare; ma 200 chili sono veramente troppi.
E infatti…
Il caso ha voluto che il mezzo allestito, dopo che era stato esposto in fiera, sia passato presso una nostra officina. Abbiamo preso la palla al balzo e lo abbiamo analizzato. Questo nostro concorrente aveva spiegato questo calo di peso con il fatto che anche il falsotelaio e il voltabidoni era in alluminio. La prima cosa che saltava all’occhio però, era il fatto che questi componenti erano si fatti in alluminio, ma, per poter reggere il carico di lavoro, le saldature erano enormi e gli spessori delle lamiere anche. Già a occhio si capiva che il peso non poteva essere tanto diverso, ma noi non facciamo più le cose ad occhio da un bel po’ e quindi lo abbiamo messo sulla bilancia.
E… Come volevasi dimostrare… Elementare, Watson!
Non solo il peso non era quello dichiarato, ma addirittura era qualche chilo più pesante del nostro. Oltre il danno la beffa.
Non ti sto nemmeno a dire la delusione (per usare un eufemismo) del nostro cliente quando ha visto i dati. Episodi come questo, purtroppo, sono più comuni di quanto si possa immaginare.
Chiaramente non intendo insinuare che TUTTI i nostri concorrenti adottino queste pratiche discutibili, ma posso assicurarti che noi, anche volendo, non potremmo mai dichiarare nemmeno 50 chili in più senza incorrere in seri problemi.
Dopo aver vissuto episodi come questo, il mio consiglio è sempre quello di guardare oltre le promesse allettanti e di scegliere con criterio. L’industria dei veicoli per la raccolta dei rifiuti è complessa e piena di sfide tecniche. Puntare sulla qualità e sulla trasparenza è l’unico modo per garantire la sicurezza e l’efficienza del servizio. Un’attenta valutazione e una costante verifica delle specifiche tecniche possono fare la differenza tra un investimento sicuro e una delusione costosa. Insomma, nel nostro campo, i numeri non mentono, ma vanno sempre verificati.
Stay safe.