“Tutto quello che NON c’è non si può rompere”. Se anche tu sei di questa idea ti conviene continuare a leggere.
La nostalgia frega tutti, non c’è scampo. Chi è nato negli anni 70 avrà nostalgia degli anni 80, chi è nato negli anni 80 avrà nostalgia dei 90, chi è nato nei 90 avrà nostalgia del 2000… E potrei continuare all’infinito.
Stavo facendo questa considerazione proprio qualche giorno fa, mentre guardavo l’ultima puntata di un programma che è andato in onda in questo periodo e sembra abbia fatto un sacco di ascolti. 90 special.
Se non lo conosci, si tratta di uno show che rievoca il meglio (e il peggio) degli anni 90. Strizzando l’occhio ad una buona fetta di pubblico compreso tra i 30 e i 40 anni, tra cui sono compreso anche io.
Cavolo, la spinta nostalgica è un’arma fortissima. Soprattutto per quanto riguarda il ricordo del periodo che va tra i 10 e i 20 anni. Se io ti chiedo di fermarti e pensare alla tua vita in quegli anni, sicuramente troverai degli aneddoti bellissimi, dei ricordi stupendi, degli oggetti che ti fanno dire “Ah se ancora facessero le cose così!”.
Eppure lo dice il settantenne ripensando agli anni 50 così come lo direbbe un trentenne ripensando agli anni 90.
Già questo dovrebbe far riflettere. Inoltre, se ti fermi a pensare alle comodità che ci sono in questi anni, non sono paragonabili nemmeno lontanamente a quelle di un qualsiasi decennio passato.
Eppure ogni nuova tecnologia ha i suoi osteggiatori.
Perché? Perché ogni volta che esce qualcosa di nuovo, il mondo si divide in due.
Non è tanto un fatto di nostalgia, credo sia più una enorme paura del cambiamento. Una paura che ci accompagna da quando nasciamo, in ogni ambito della nostra vita.
Così, anche sul lavoro, dove la parte razionale dovrebbe farla da padrona, le scelte vengono condizionate dalle nostre paure, il più delle volte infondate.
So che ti starai chiedendo dove voglio arrivare, qual è il motivo di questo intricato preambolo. Te lo spiego subito.
Ormai da qualche anno l’elettronica è diventata una parte importantissima nelle attrezzature per la raccolta dei rifiuti. E con se ha portato delle migliorie enormi a livello di sicurezza e gestione dei sistemi.
Chiaramente come tutte le innovazioni tecnologiche ha polarizzato l’opinione delle persone.
Così come c’è chi non può fare a meno dello smartphone, esiste ancora chi si ostina a voler tornare al telefono a gettoni.
Chi ha nostalgie delle vecchie automobili “che avevano solo il motore e le ruote”.
Chi non perde occasione di accusare le nuove generazioni di essere dei rammolliti a causa delle innovazioni tecnologiche che hanno aumentato le comodità.
E chiaramente chi si lamenta della troppa tecnologia sulle macchine per la raccolta dei rifiuti e inneggia alle vecchie e care leve di comando e al far sparire qualsiasi circuito elettrico che non sia un filo di rame che collega le frecce e gli stop.
Anche tu sei uno di questi cari nostalgici?
Ok, non ti preoccupare, ti capisco. Il detto “quello che c’è non si può rompere” è sacrosanto, ed effettivamente più elettronica c’è, più possibilità c’è che le cose si possano rompere.
Se non sono fatte bene!
Il problema infatti non sta nell’innovazione tecnologica. Parola troppo spesso usata a sproposito. Ma nel sistema di produzione di alcune aziende che fanno le cose “a cavolo”.
Prova a pensare ad una cosa.
Più di 100 anni fa il telefono fisso era un’innovazione tecnologica.
E parecchi (ma parecchi) anni prima anche la ruota è stata un’innovazione tecnologica.
Ogni volta che un’innovazione tecnologica nasce, ci saranno sempre i sostenitori e i detrattori. Ma poi, nel 90% delle volte, queste innovazioni si trasformano nello standard da cui non ci si vuole più staccare.
Ora però, torniamo alle nostre leve e ai nostri pulsanti e vediamo nel dettaglio quali sono le differenze.
Prima però devo fare una precisazione. Tutto quello che dirò adesso ha senso SOLO ed ESCLUSIVAMENTE se parliamo di macchine che hanno una certificazione CE (che dovrebbe essere obbligatoria in Europa), e che rispettano quindi la normativa EN1501.
Non ti preoccupare, non ti chiedo di leggerla tutta, ci ho già pensato io insieme ai miei collaboratori, ma ti metterò alcuni estratti (quelli che ci interessano per l’argomento) e li tradurremo dal “burocratese” all’italiano.
Andiamo quindi al capitolo 6.7 (COMANDI) e partiamo dal primo punto.
6.7.1 Generalità
Tutti gli organi di manovra devono essere adattati alle esigenze ergonomiche dell’operatore. L’ubicazione e la posizione dei comandi devono essere chiaramente e permanentemente identificabili e tutti gli organi di manovra devono essere protetti contro azionamenti accidentali.
Se leggi l’ultima frase che ho sottolineato, ti accorgerai già da solo che questo basterebbe ad escludere le leve come elementi di comando per gli impianti. Infatti una leva, per sua conformazione è soggetta all’azionamento accidentale, molto di più di un pulsante. A meno che non si preveda una protezione, che però aumenterebbe la scomodità di azionamento.
Con i pulsanti invece si riesce ad avere un azionamento più selettivo. Inoltre il pulsante di consenso “a due mani” (che non può essere installato sugli impianti a leve) rende IMPOSSIBILE l’azionamento accidentale.
Ma tutto chiaramente si può aggirare e quindi, con alcune “dubbie” protezioni, si pensa di poter rispettare il primo punto della normativa.
Passiamo quindi al secondo punto.
6.7.2 Comandi di avvio ed arresto
[…] Le parti del sistema di comando che hanno relazione con la sicurezza devono rispettare la EN 954-1:
- La categoria 3 per
- Il meccanismo di compattazione,
- Il dispositivo di sollevamento (alza-voltacontenitori) automatico,
- La selezione automatica della modalità,
- E la categoria 2 per
- Tutti gli altri controlli.
E qui cominciano i guai. Infatti in questo passaggio si fa riferimento ad una normativa esterna, La EN 954-1 che distingue 5 categorie di sicurezza per i circuiti di comando. Queste categorie sono la B (la più bassa) e poi si va dalla 1 alla 4 (la più alta).
Come puoi vedere per i meccanismi di compattazione, sollevamento dei contenitori e le modalità automatiche si richiede un grado 3. Il quale prevede che “In presenza di un guasto singolo, la funzione di sicurezza è comunque assicurata”.
Questo vuol dire che qualsiasi cosa accada, tutti i sensori che bloccano i comandi devono avere il sopravvento sui comandi stessi. Questo con delle semplici leve non è possibile, se non con complicate e costose sequenze di valvole, che annullerebbero tutti i vantaggi economici di questa soluzione.
Purtroppo per quanto se ne possa dire o fare, con l’elettronica si riescono a gestire cose che altrimenti non si potrebbero fare.
Le sicurezze NON possono essere gestite senza elettronica.
Bisogna capire che, se non lavoriamo in questa direzione saremo sempre fermi al medioevo. Con macchine pericolose che possono mettere a repentaglio l’incolumità degli operatori ma anche delle persone che passano intorno.
Purtroppo molti chiedono attrezzature semplici, per una strana avversione alla tecnologia, una paura infondata, senza capire che l’evoluzione tecnologica è sempre esistita, e ha sempre portato miglioramenti.
Se ci fermiamo a guardare solo il prezzo però, non ne usciremo mai.
È chiaro che all’inizio la tecnologia costa di più, per svariati motivi:
- La ricerca e la sperimentazione
- I materiali innovativi
- L’uso di più componenti
- I test
- I primo prototipi che si possono rompere
Ma poi alla fine tutti questi costi vanno a compensarne altri, molto più alti, non solo in termini monetari.
Infatti i veicoli per la raccolta dei rifiuti vengono gestiti non sempre da personale altamente specializzato. Il più delle volte sono persone che lavorano a progetto e magari rimangono in azienda per pochi mesi.
Devi quindi tutelarti il più possibile da qualsiasi evento accidentale (o meno) che possa accadere a persone con le quali hai rapporti spesso inesistenti e che passano nella tua azienda per un periodo limitato di tempo.
Non puoi permetterti di fare delle selezioni così accurate e nemmeno di spendere troppo tempo nella formazione. Ecco quindi che avere una macchina completamente sicura, a prova di bambino, ti farà risparmiare un sacco di tempo, di soldi e sopratutto di grane giudiziarie.
Perché fidati, prima o poi le cose purtroppo accadono.
Chiaramente non voglio spaventarti, ma metterti in guardia si. Magari tu sei uno di quelli che si preoccupa della sicurezza dei suoi operatori (e della propria), ma sei sicuro che il tuo fornitore lo sia?
Ho visto veramente troppe cose strane in giro. Macchine da far accapponare la pelle. Delle attrezzature così pericolose che sarebbero state meglio nel museo delle torture medioevali di San Marino!
Eppure qualcuno le compra! E sopratutto qualcuno le PRODUCE!
Ad oggi, chiunque venda qualsiasi cosa in Europa (e l’Italia è, fino a prova contraria, in Europa) DEVE costruire rispettando le normative CE.
E per i veicoli per la raccolta dei rifiuti bisogna attenersi alla normativa EN1501, di cui abbiamo parlato prima.
Bisogna rispettare per filo e per segno tutti i punti che vengono citati nel documento. Ma ti posso assicurare che una buona parte delle macchine che ci sono in giro non le rispetta. E tu non puoi permetterti di metterti in casa delle vere e proprie trappole.
Non puoi permetterti di perdere soldi, operatori, libertà! Il tutto solo per risparmiare 1000€.
Affidati a costruttori, non solo certificati, ma che ti diano la prova che tutto quello che la macchina fa, lo fa in sicurezza.
Noi per esempio ci mettiamo la faccia. Il nome sulla fiancata del camion è il mio, Rossi, e alla fine se succede qualcosa sono io a dovermi prendere la responsabilità.
E non mi prendo certo la responsabilità di darti una macchina pericolosa.
Con noi puoi stare tranquillo che quello che ti vendiamo è in linea con tutti i più alti standard europei. E se succede qualcosa, saprai benissimo a chi rivolgerti.
Sono 35 anni che siamo qui e non ci siamo mai tirati indietro.
Abbiamo avuto le nostre gatte da pelare e abbiamo sempre risolto tutto con onestà e voglia di rimediare agli errori.
Come vedi non ti sto dicendo che siamo infallibili, perché nessuno al mondo lo è. Ma facciamo di tutto per portare il rischio delle nostre macchine vicino allo zero, e se per caso non dovessimo riuscirci ci assumiamo le nostre responsabilità.
Non aspettare oltre, inserisci i tuoi dati nel form qua sotto per ricevere una sorpresa ed essere contattato da uno dei nostri ragazzi che sapranno aiutarti a scegliere l’attrezzatura per la raccolta dei rifiuti più utile per il TUO servizio.
Alla prossima
Let’s Rock
Andrea
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