22 gennaio 1973. Ore 11.45. Lazzaro Rossi sta per dare inizio alla storia della Rossi Oleodinamica.
Il nostro stabilimento era solo un progetto, così come l’azienda per come è strutturata oggi; ma dalla bottega nel centro storico di Riccione un brevetto innovativo aveva preso vita.
È la prima attrezzatura per la raccolta della nettezza urbana montata su un motocarro.
Ma facciamo un passo indietro.
La passione di Lazzaro per la meccanica nasce molti anni prima, in campagna, dove viveva con i suoi genitori e i suoi 8 fratelli.
Ben presto capisce che il suo punto di forza non è tanto lavorare la terra, quanto aggiustare e migliorare le macchine che quel lavoro lo avrebbero fatto per lui.
Ogni macchinario passa tra le sue mani; lo smonta, lo studia, lo migliora. Addirittura sforna alcuni brevetti come lo spenna-polli automatico e la prima mieti-lega della storia.
Non passa tanto tempo perché questa abilità diventi famosa nel circondario. Diventa in poco tempo un fabbro e un inventore molto ricercato nella zona.
Intorno agli anni 50 si sposa e si sposta a Riccione paese, dove continua la sua attività di fabbro e fa il suo primo incontro con i veicoli per la raccolta dei rifiuti.
L’AMIU (l’azienda che al tempo gestiva la raccolta a Riccione) si affida alle sapienti mani di Lazzaro per sistemare i veicoli guasti.
I mezzi per la raccolta sono dei semplici motocarri dove gli operatori caricano a mano i sacchi nel cassone di serie.
Mentre l’unico scarico possibile era a terra o in buche. Non si poteva scaricare in cassoni né tanto meno in altri camion più grossi.
Per finire, c’era anche il problema che questi motocarri non erano tanto capienti. Le sponde del cassone erano basse e si potevano mettere solo pochi sacchi.
Capisci bene che questo significava, tanti giri per svuotare il cassone sempre pieno e l’unico modo per scaricare era arrivare fino all’inceneritore e scaricare nella buca. Oppure a mano su un altro camion più grande.
Non proprio comodo.
Queste difficoltà vengono subito percepite dal nostro Lazzaro che inizia subito a pensare ad una soluzione.
Una soluzione che non tarda ad arrivare.
Una soluzione che ad oggi può sembrare banale, ma che allora ha portato una vera rivoluzione nel settore. Incernierare la vasca sul punto più alto.
In pratica mettendo due corna nella parte dietro del telaio si va ad alzare il punto di incernieramento. La vasca ha una forma trapezoidale e, tramite due cilindri ad unico sfilo posizionati diagonalmente verso il basso, viene ribaltata di 90 gradi, permettendo uno scarico completo, ad un’altezza definita.
Questo permette di scaricare in cassoni alti o in camion più capienti come i compattatori. Questi camion possono essere posizionati più vicini al punto di raccolta e quindi non c’è più la necessità di arrivare tutte le volte all’inceneritore. Sena contare che il cassone così strutturato è più capiente e quindi contiene più rifiuti.
Ecco quindi il brevetto che apre le porte alla Rossi Oleodinamica.
Un idea semplice, oggi, ma che 44 anni fa andava a risolvere un problema importante. Riuscire a effettuare le operazioni di carico e scarico dei rifiuti con la massima facilità e velocità. A tutto questo si univano anche una notevole facilità di montaggio e una bassissima spesa di installazione
Ancora il mezzo non aveva un nome ed era montato su un Ape Piaggio MPV 600. Dopo qualche tempo si sarebbe evoluto nell’attuale KR.
Alla prossima
Rock&Roll
Andrea
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